Dicembre 2019

"Letterina a Babbo Natale"

Caro Babbo Natale,
di fronte  a un fiume, solitamente una riserva presa d'assalto da numerosi colleghi e dal sottoscritto, spesso penso alle aspettative di tutti noi, alle  conseguenze del nostro pescare, alla gratificazione che ne deriva, alle tecniche impiegate, ai regolamenti di quel fiume,  alla salvaguardia dei pesci e tutela dell'ambiente,  alla bramosia di catture, agli interessi della "riserva", o  a quelli turistici del luogo, o al costo del permesso e via dicendo e anche alle varie lamentele.
Tutte queste aspettative, lecite e comprensibili, quasi sempre sono in collisione le une con le altre.
Se i pesci sono pochi o non sono grossi, la riserva non vale nulla.  Se invece ci sono, ma il permesso costa troppo, è una riserva elitaria. Se ci sono soltanto iridee immesse a getto continuo, siamo in un "pollaio", mentre se addirittura sono spinnate  ci stanno prendendo per il cul de canard e ci sentiamo offesi nell'orgoglio di PaM.
Se poi  possiamo beneficiare di un C&R senza limiti, in molti si pongono ragionevoli interrogativi, pesci compresi. 
E ancora, qualora sia consentito entrare in acqua fino alle ascelle, pesticciamo il fondale danneggiando la fauna bentonica e così via e anche questo non va bene.
Insomma, là dove si salvaguarda un aspetto del problema, un interesse specifico, o un lato della complessa, intrigata matassa, si scontenta qualcuno o danneggia qualcosa.
Come disse il Padreterno, "E' stato molto più facile farvi, che accontentarvi!"e noi pescatori a mosca non ci facciamo mancare nulla.
Per farla breve non c'è uno solo di noi che nel praticare la pesca con la mosca non si lamenti di qualcosa.
Prima o poi bisognerà arrivare a un compromesso, ma sovente non accettiamo limitazioni, perché i nostri diritti paiono  sempre superiori ai nostri doveri e ai diritti degli altri.
Caro Babbo Natale, credo che in proposito tu ne sappia qualcosa.
Penso che la lamentela principale riguardi la qualità e quantità di acque pescabili e mi riferisco in particolare a quelle da trote e temoli che sono le nostre prede più ambite. In Italia sono sempre meno, in un rapporto inversamente proporzionale alla cementificazione, industrializzazione, irrigazioni agricole, inquinamento e tutte le altre angherie che non c'è bisogno di rammentarti, che tutti sappiamo, ma contro le quali in genere ben poco facciamo, o possiamo fare. Anzi, se potessi metterci una pezza tu…..
Questo passa il convento e dobbiamo accontentarci, ma si fa per dire, così, tanto per mettere un punto fermo.
Ma se, per ipotesi io potessi gestire  un corso d'acqua (pulita) per accontentare i pescatori e me e contemporaneamente avere un occhio di riguardo per il fiume, come mi regolerei?
Ipotizziamo che quello potesse ospitare solo trote o anche temoli (che sono più rari).
Per prima cosa valuterei la capacità di assorbimento della popolazione ittica in relazione alla fauna bentonica esistente in quel fiume: infatti sarebbe inutile metterci 1000 pesci se l'alimentazione naturale fosse appena sufficiente per 500. In tal modo eliminerei  i massicci ripopolamenti futuri di pesci improvvisati per  rimpiazzare quelli che muoiono o trasmigrano a valle, pesci che ovviamente sarebbero "farlocchi". Così facendo il fiume sarebbe un ambiente "sano" e non una vasca.
Seminerei solo trote fario in grado di riprodursi, sia piccole che adulte, in modo da simulare quello che accade in natura evitando di immettere solo pesci grossi.
Anche se le iridee sono pesci stupendi (se selvatiche), da noi non si riproducono (o raramente) e dunque sarebbe un ripopolamento privo di logica, solo carne da macello e soldi buttati. E poi è un pesce alloctono, che detta così pare quasi un'offesa.
Poi interdirei la pesca nei fossi laterali, destinandoli a "asili nido" delle scatole Vibert e polmoni di accrescimento. Ne uscirebbero vere fario selvatiche per rimpinguare l'asse del fiume alla bisogna.
Così facendo nel giro di poco tempo,  il fiume dovrebbe essere ben ripopolato con "materiale sano e vitale".
E ora veniamo al regolamento di pesca. Reggiti forte.
Periodo di pesca come da  norme regionali (se consone  con gli andamenti stagionali dell'anno).
Chiusura totale della pesca per un giorno a settimana, a rotazione, con esclusione della domenica  e varie festività per far riposare il fiume.
Eventuale chiusura  temporanea della pesca in caso  di scarsa portata o particolari eventi atmosferici.
Istituzione di un numero giornaliero  limitato di pescatori in rapporto alla lunghezza e potenzialità del tratto d'acqua che dovrebbe essere di qualche chilometro almeno. Le riserve di poche centinaia di metri o gli "spezzatini" fanno ridere i polli, appunto. Se ne avvantaggerebbe la tranquillità del singolo pescatore che non è lì per fare la scherma con le canne, ma praticare la pesca con la mosca in santa pace.
Obbligo di ami senza ardiglione, del C&R e  del guadino,  e eventualmente il prelievo consentito di una  sola trota oltre i 45cm.  (costo del permesso  diversificato). Un prelievo limitato contribuirebbe a un ragionevole ricambio.
A seconda, e in rapporto alla conformazione del fiume, limitazione dell'ingresso in acqua (wading), salvo determinati guadi segnalati. Questo per non pesticciare larve, bachini, bacherozzi e zone di frega.
Sorveglianza severa e un guardia che non si preoccupi solo di controllare il possesso del permesso, ma anche delle mosche usate e degli ami,  infrazioni, eventuali bracconieri e scacci i cormorani.
Corsi semigratuiti di insegnamento della pesca a mosca riservato ai pescatori locali che praticano altre tecniche o che lo richiedano. Possibili, eventuali agevolazioni per gli stessi.
E ora il sacrificio più duro e contestabile: solo pesca a mosca secca  e ninfa leggera (una) e credimi, non lo dico per mera discriminazione alla Halford.
Caro Babbo Natale, lo so che è una richiesta quasi impossibile da esaudire, ma se voglio un fiume come nei miei sogni, devo rinunciare a tutte le tecniche più "efficaci", altrimenti con che logica abbiamo bandito il lombrico o i bigattini?
Lo so, sarà dura, durissima rinunciare allo streamer che mi regala i pesci più grossi, ed è ancora più dura fare a meno di ninfe appesantite e perdigones, che rastrellano i fondali, e poi i dropper, piombi e piombini, gli strike indicator che mi segnalano le tante abboccate, le ferrate,  le lotte continue e gli infiniti "release"  fin che ce n'è.
Se è vero che il pesce prevalentemente si alimenta "sotto", pescarlo "sopra" implicitamente è un modo semplice e immediato per tutelarlo.
Per certo non potrò più pavoneggiarmi vantandomi "ne ho presi 40", sicuramente saranno molti, molti meno, ma di maggior soddisfazione: in definitiva,  non andiamo a pescare a mosca per questo?
Sarà una dura rinuncia, ma mi farà sentire più sportivo e partecipe nella salvaguardia del fiume. Non diciamo forse di amare le nostre trote e di proteggere le acque?
Visto che non devo dimostrare niente a nessuno, imparerò ad accontentarmi, a gioire anche per una trotella, affinerò il mio lancio spesso carente, e pescando in modo meno "consumistico" aiuterò il mio fiume a crescere e conservarsi.
Infatti il  "mio" fiume è un patrimonio di tutti, da salvaguardare e proteggere come una creatura e sarebbe stupido distruggerlo o snaturarlo come stiamo facendo nelle riserve pollaio che tutti critichiamo. Sarebbe come tagliarsi gli attributi per far dispetto alla moglie, non ti pare?
Del resto quando entriamo in un museo, o allo stadio paghiamo un biglietto solo per guardare….. beneficiando del bello e di emozioni mentre qui ci possiamo anche confrontare.
Ma la cosa più eccezionale è che probabilmente poi  smetterò di lamentarmi.
Tutti quei pesci ai quali dovrò rinunciare, cresceranno, si riprodurranno esponenzialmente e il fiume troverà il suo equilibrio naturale. Inoltre, diventando più sospettosi o meno insidiabili sui fondali, otterremo una limitazione naturale delle catture assimilabile al No-kill  (tipo la volpe e l'uva) ma senza stressarli più di tanto.
E poi,  in questo modo lasciamo loro almeno qualche chance!
Ai miei occhi un pesce difficile vale più di dieci brocchi che spesso non sottintendono alcuna abilità.  Non avremmo salvato capra e cavoli?
Caro Babbo Natale, chissà se questa riserva nascerà mai, se avrebbe successo, sarebbe capita, o disertata per le troppe limitazioni?
Magari poi dell'amministrazione potresti occuparti direttamente tu, ma visto che sei specializzato in regali…
Tutto sommato, come vedi, quest'anno sono stato davvero buono.



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