Ho iniziato infatti nel 1967 e per certi versi ho avuto la “fortuna” di vivere la crescita della pesca a mosca italiana. Quando mi avvicinai al CIPM di Firenze (Club Italiano Pescatori a Mosca) per il mio primo corso, i pescatori a mosca della zona erano solo quattro o cinque e in tutta la Toscana c’erano si e no una decina di pescatori a frusta.
     Ricordo che per gli sporadici acquisti, spesso in gruppo andavamo in treno a Milano, da Ravizza o Ghilardi, dove trovavamo solo l’essenziale e qualche mosca di “Morrison”.
    Tornando a quegli anni viene da sorridere e quando mi capita di incontrare sul fiume un giovane pescatore attrezzato di tutto punto, con scatole colme di emergenti, parachutes, cul de canard, ecc. mi coglie una vena di nostalgia e insieme un senso di compiacimento perché è la conferma che anche il “nostro impegno” di allora per la diffusione della pesca a mosca ha dato i suoi frutti.
   Per tale scopo al CIPM ho dedicato molte delle mie energie giovanili insieme a personaggi quali Roberto Pragliola, Piero Lumini o Fosco Torrini ed altri amici con i quali, nel tempo libero e a nostre spese, ci spingevamo a Terni, Arezzo, Siena, Carrara, La Spezia, Roma ecc. per tenere, disinteressatamente, i primi corsi di pesca a mosca. Oggi i colleghi di quelle zone indirettamente sono i nostri “figliocci”.
   Ma la pesca a mosca è stata, oltre che una passione, anche oggetto della mia professione essendomi dedicato alla commercializzazione dei relativi prodotti, curando il primo catalogo italiano di vendita per corrispondenza e poi allestendo negozi specifici. In questo ruolo penso di aver contribuito ancora indirettamente alla diffusione della pesca a mosca portando le attrezzature necessarie in negozi all’inizio privi di qualsiasi competenza in materia. Molti di essi, oggi famosi, sia in Toscana, Umbria, Emilia-Romagna o Lazio, anni fa hanno avuto a che fare con il sottoscritto e qui approfitto per salutarli. Purtroppo nel frattempo, qualcuno ha chiuso anche in seguito agli acquisti telematici.